Lettera del nuovo Vescovo Don Nazzareno

Carissime Sorelle e Fratelli in Cristo

don nazzarenoed anche voi Uomini e Donne di buona volontà, di ogni popolo e fede, che abitate nella terra benedetta di Macerata-Tolentino-Recanati-Cingoli e Treia, il Signore vi dia la Sua Pace.
Permettete che mi rivolga a voi con le parole del cuore e la semplicità che amo da sempre. Quando ho saputo della decisione del Santo Padre, che mi nominava vescovo della vostra Diocesi, ho provato insieme timore e pace profonda. Il timore nasce dalla coscienza dei miei limiti e difetti, per i quali già da ora vi domando perdono.

La pace dall'esperienza, fatta ormai tante volte nella mia vita che: quando il Signore mi affida compiti superiori alle mie forze, non fa mai mancare il Suo aiuto generoso. Così può brillare meglio, nella nostra debolezza, la luce della Sua potenza (2Cor 12,13). Ripeto perciò a me ed a voi le Parole del Signore a S.Paolo: «Non aver paura, perché io sono con te: in questa città io ho un popolo numeroso» (Atti 18,9).

Per questo ho accettato questo incarico, ricordando ciò che mia madre ed il mio santo parroco, da poco tornato in cielo, mi hanno insegnato fin dall'infanzia: "per obbedire a Dio, si obbedisce alla Chiesa". Mi sento poi confortato dal dono dell'amicizia, che ho già con tanti tra voi, a partire dal Vescovo Claudio, da cui ricevo il testimone in questa corsa. Gli sono grato perché trovo una strada ben tracciata, sulla quale spero di continuare, nella sequela di Gesù Maestro e Pastore.

Parlando del compito del vescovo, un amico che ama usare le immagini, mi disse un giorno: "è come l'allenatore nel calcio: da gli incarichi, progetta la strategia, ordina le sostituzioni...". In tutta sincerità non mi trovo in questa definizione. Preferisco pensare a quelle partite tra amici, in cui nessuno sta in panchina. Ogni squadra ha un capitano, che in campo con gli altri corre, fatica e magari fa anche qualche fallo... amichevole!!! Il capitano cerca di avere uno sguardo più ampio su tutto il gioco e spinge la squadra avanti, quando ci si sente troppo sicuri e soddisfatti del risultato. O corre per primo a coprire gli spazi, se qualcuno sbaglia, o non ce la fa più. Un capitano così non ha grandi strategie, o complessi schemi già pronti, ma ascolta e guarda, consiglia ed incoraggia, cerca sempre di imparare dagli errori, senza troppa preoccupazione di essere perfetto.

Vorrei fare il Vescovo così, se voi tutti mi aiuterete. Nessuno resti in panchina, o sugli spalti a guardare: Gesù chiama tutti ad annunciare il Vangelo. Vorrei soprattutto che ci sentissimo un Popolo unito ed in cammino sulla via di Dio, per costruire la civiltà dell'Amore, come amava dire il Papa della mia giovinezza: Paolo VI.
Ci attende una lunga e bella avventura, come è sempre la vita cristiana, con le sue croci e le sue resurrezioni. Io da qualche giorno prego intensamente per voi, per tutti e per ciascuno, a cominciare dai preti, perché un saggio vescovo mi ha insegnato che: "un vescovo senza preti è un uomo senza braccia".

Voi da oggi iniziate a pregare anche per me, in modo particolare invocando la Mater Misericordiae: che la Madre di Dio interceda per noi peccatori, ora e fino all'ora della nostra morte.
Vi saluto nell'attesa di poterci incontrare personalmente e vi chiedo, almeno per questa volta, di potermi ancora firmare

Don Nazzareno Città di Castello, 3 giugno 2014

 

 

 

 

 

 

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ogni terzo giovedì del mese
dalle ore 21.00 alle ore 22.00
animata dalle monache e dal coro della parrocchia

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